L’uomo che rivoluziona lo stile presso Peugeot si chiama Henri Thomas. Un artista che ha già disegnato per la Carrozzeria Binder e per Bugatti riuscendo a mescolare l’eleganza alla fluidità delle linee, traducendo con le sue forme lo scivolare dell’auto nell’aria. Fin dal suo arrivo alla Peugeot, nel 1932, ridisegna la gamma 01 ricercando un’omogeneità per tutta la gamma. Thomas non è insensibile ai nuovi canoni estetici dell’automobile: allunga la linea della carrozzeria, arrotonda gli angoli, inclina le calandre, affina i cofani e rende i parafanghi più avvolgenti. Lo stile si sta appropriando dell’aerodinamica, indirizzandosi verso l’ispirazione aeronautica che viene, di volta in volta, dalla Germania, dalla Cecoslovacchia e dagli Stati Uniti.
Mentre la gamma 01 non è ancora arrivata nei saloni dei concessionari, l’Ufficio Studio de La Garenne si lancia fin dal 1933 nell’ideazione della serie 02. Questa volta, Thomas non deve più modificare l’esistente; è libero di creare. Uomo del suo tempo, è colpito dallo streamline styling che fa di riferimento a molti oggetti di consumo, dall’arredamento agli oggetti domestici e per il quale l’automobile sportiva è una delle più belle ambasciatrici. La difficoltà per trasporre questo stile su una vettura di serie è molto grande, come lo dimostra lo scacco commerciale della Chrysler Airflow. Il successo della 402 deriva dall’equilibrio del disegno, dalla ridotta altezza della scocca e dalla lunghezza, abbastanza eccezionale, di 4,85 m nella versione a 6 luci. La 402 di Henri Thomas offre una linea unica, sfuggente grazie alla sua linea allungata, appena ondulata, come delle onde stilistiche che caratterizzano i parafanghi i quali ricoprono le ruote posteriori. Mentre la parte anteriore della vettura è caratterizzata da una rotondità e da una calandra bombata, dietro la quale sono posizionati i fari, la parte posteriore è affilata, appena sottolineata da una “coda di castoro”. L’aerodinamicità è presente ovunque: le bacchette cromate lungo il cofano, le maniglie delle porte con le serrature inserite nella carrozzeria. La linea è disegnata dal vento attorno alla famosa goccia d’acqua, che gli ingegneri aerodinamici chiamano ”fuso” e che alla Peugeot chiamano “fuseau Sochaux”. È ispiratrice di uno slogan “dal vento della velocità è nata la linea Peugeot, la linea aerodinamica”. Ci si poteva spingere più lontano? Peugeot contatta nel 1934 un ingegnere delle Arts & Métiers famoso come studioso di aerodinamica: Jean Andreau. La S.A. des Automobiles Peugeot gli offre un contratto di collaborazione con grandi margini di autonomia e viene incaricato di migliorare la velocità massima della 402 e di abbassarne il consumo di benzina. I suoi studi portano a un prototipo funzionante sul quale i responsabili di Peugeot si interrogano circa la possibile produzione industriale con il motore V8 che è in preparazione. Il prototipo, battezzato “Anno 1940” viene presentato al Salone dell’auto del 1936. È esposto vicino a una 402 di serie. Il confronto è evidente e mostra le sconfinate opportunità dell’aerodinamica che è allora considerata ”la scienza esatta del futuro”. Se lo stile della calandra della 402 viene per lo più conservato, la linea della “Anno 1940” è molto evoluta. La forma tende a conservare l’immagine della 402. Un bel risultato per una vettura la cui carrozzeria è completamente diversa. Andreau ha capito l’importanza delle forme arrotondate, e ha misurato l’importanza determinante della parte posteriore dell’auto, la sua vettura è infatti sormontata da uno spoiler centrale a forma di “pinna di delfino”. Il coefficiente di penetrazione nell’aria viene calcolato in 0,28 Cx contro lo 0,68 Cx di una 402 di serie! Con lo stesso motore il prototipo raggiunge i 140 km/h – contro i 115 km/h – con un consumo di benzina ridotto di un terzo. La Peugeot Andreau apre una nuova strada con la sua forma a goccia, i parafanghi concepiti per ridurre la resistenza aerodinamica e la sua pinna stabilizzatrice posteriore. Alcuni elementi del prototipo diventeranno un riferimento: il parabrezza panoramico, i vetri laterali senza montanti i fianchi della vettura rastremati, le cerniere delle porte incassate e i copriruota profilati, la vettura di domani è nata nel 1936.