Méhari

Il 16 maggio 1968, a Deauville, in Normandia, viene presentata la “Dyane 6 Méhari” con la sua carrozzeria in plastica, colorata e trasformabile – può essere una cabriolet, un pick-up o una berlina quattro posti – è la spiaggina del Double Chevron. Quando De la Poype (fondatore della SEAB, una delle più importanti industrie dedicate alla produzione di nuovi materiali e l’ABS, la plastica, era una di questi) immaginò la Méhari, pensò alla possibilità di costruire una vettura adatta a molti usi diversi, dal divertimento al trasporto di cose o attrezzi da lavoro; il designer Jean-Louis Barrault aveva come unico vincolo le misure della piattaforma AK, quella del piccolo veicolo commerciale Citroën.

Dal progetto uscì la vettura base che era una cabriolet a due porte e due posti, sulla cui parte posteriore era possibile ricavare una “buca” per le gambe dei passeggeri da sistemarsi su un sedile pieghevole che quando non utilizzato formava un piano di carico unico dal paraurti posteriore sino agli schienali dei sedili anteriori. Il parabrezza (abbattibile) conteneva gli ancoraggi per due ferri che si univano ad un arco (smontabile) che sormontava i sedili di conducente e passeggero anteriore. Su questa struttura si poteva montare un tettuccio in tela che creava un abitacolo per i passeggeri anteriori. Estendendo il telaio si arrivava a coprire anche i passeggeri posteriori ed il bagagliaio, ottenendo così una berlina a quattro posti. Nel mezzo, infinite combinazioni con porte in tela o rigide, pannellature laterali in tela o anche carrozzerie in plastica rigida totalmente modulabili, disponibili nei colori della Méhari.

Una vettura per fare tutto, ovunque, con qualunque clima, con passeggeri o senza, sulla strada asfaltata, quella sterrata o… senza alcuna strada! A suo agio a Saint-Tropez o nel centro di Parigi, la Méhari è stata prodotta in quasi 150.000 unità per circa vent’anni: dal 1968 al 1987, comprese le straordinarie 4×4 che hanno servito l’esercito francese, anche in versione “paracadutabile” e svolto il ruolo di “ambulanze veloci” alla Parigi-Dakar del 1980, dove diedero prova di incredibile efficacia, capaci di andare e tornare facilmente tra le dune, senza insabbiarsi, dopotutto la gamma colori di Méhari è ispirata ai nomi di famosi deserti e oasi!