Dopo l’annullamento triennale del Gran Premio dell’Automobile Club di Francia, nel 1912 riemerge la voglia di competizione. Costretta a preparare nuove vetture, la Peugeot investe un grosso budget e Robert Peugeot, ormai al comando dell’azienda, incarica Isaac Koechlin di ricostruire un Servizio Corse partendo dalla squadra di piloti già collegati alla Marca. Il timore è che i suoi piloti passino alla concorrenza e di conseguenza a Georges Boillot, il pilota di punta, Jules Goux e Paolo Zuccarelli vengono offerti compensi importanti, cariche formali e premi allettanti: 30.000 Franchi Francesi in caso di vittoria a un Gran Premio, 10.000 Franchi Francesi per un secondo posto, 5.000 Franchi Francesi per un podio. Quanto alle vetture bisogna costruire tutto da capo.

All’alba della stagione 1912 emerge una controversia tra gli ingegneri di Beaulieu e i piloti, a proposito delle vetture da concepire. I primi desiderano preparare delle vetturette leggere (come Bugatti o Alfa Romeo) mentre gli ingegneri, sfruttando i nuovi regolamenti, pensano a motori strapotenti, dei veri bolidi estremi. A seguito della diatriba i piloti decidono di costruire la vettura per conto proprio. Boillot, Goux e Zuccarelli contattano però direttamente Robert Peugeot per convincerlo circa la concezione delle vetture da corsa. Robert Peugeot li sostiene e offre loro uno spazio a Suresnes, ma impone la presenza di Ernest Henry. Si tratta di un ingegnere della fabbrica svizzera di motori Picker-Moccand, un uomo attento e curioso, capace di analizzare, di interpretare le sensazioni dei piloti e di riportarle sul tavolo da disegno.

Nel frattempo a Beaulieu gli ingegneri persuadono l’azienda a chiedere la collaborazione di Ettore Bugatti per la realizzazione di tre grosse vetture da competizione. La lotta avviene nel più grande segreto, i fratelli Peugeot attendono gli eventi per scegliere il migliore dei due progetti. Non ci sarà battaglia, anche se alla resa dei conti, i cronometri si fermeranno sul km lanciato a 160 km/h per la Peugeot/Bugatti degli ingegneri e a 185 km/h per la Peugeot/Herny dei piloti che contribuiscono così a rivoluzionare l’architettura del motore ad alto rendimento. La posizione degli alberi a cammes è in testa, le valvole inclinate sono comandate senza bilancieri per una migliore circolazione dei gas, il blocco motore è un monoblocco per offrire grande rigidità, i pistoni sono fusi con leghe leggere e infine la candela è posizionata al centro della camera di scoppio.

Tutto questo costituisce una serie di primati che nella storia tecnica dei motori vengono ricordati come “prima e dopo Peugeot”. Boillot, Goux e Zuccarelli passano di successo in successo con la loro Peugeot L76 (la Belle Hélène) – un bolide costruito su misura da artigiani parigini, senza alcun componente proveniente da Beaulieu – e costituiscono un innegabile riferimento internazionale ricordato dagli esperti come il periodo d’oro di Peugeot nello sport. Infatti nel 1912 si aggiudicheranno le vittorie al Gran Premio dell’Automobile Club di Francia e il Gran Premio di Francia e nel 1913 il Gran Premio dell’Automobile Club di Francia e nello stesso anno in America la celebre 500 Miglia di Indianapolis, vittoria che verrà poi replicata nel 1916 e ancora nel 1919.

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